L’architettura

DAI LONGOBARDI A OGGI

Ciò che rende Monte Sante Marie diverso da tutto è che è il frutto di una stratificazione architettonica, sociale, demografica, abitativa, agronomica, naturalistica e culturale rimasta pressoché ininterrotta per milletrecento anni.

E nel borgo, nella Tenuta, nei poderi e nel circondario i segni di tutto questo abbondano. Alcuni sono palesi, altri vanno colti osservando con attenzione, altri affiorano appena. Altri infine giacciono ancora sepolti, nascosti, in attesa di essere disvelati.

Dopo trent’anni, quasi ogni giorno abbiamo ancora il piacere di sorprenderci di fronte alle scoperte d’ogni tipo, grandi e piccole, che questo posto ci offre.

DA ROCCA A BORGO A COMUNE A FATTORIA

Monte Sante Marie è innanzitutto una sorta di “libro aperto” di architettura “militante”: fondazioni altomedievali che affiorano dai sotterranei, porzioni delle mura castellane e delle strutture difensive (rimaste nonostante i numerosi assedi e le numerose distruzioni subite dal castello tra il XII e il XVI secolo) ancora esistenti (compreso un bastione dalle viscere tuttora misteriose), tunnel, in parte praticabili, che traforano il sottosuolo e collegano tra loro gli edifici, “case da signore” e case coloniche di tutte le dimensioni, alcune vincolate per la loro bellezza come beni storico-artistici, stanze segrete e perdute, scantinati labirintici che riaffiorano dal nulla insieme a scritte, incisioni, disegni, dipinti, graffiti, date, firme lasciate da cinquanta generazioni di montigiani che si sono succedute qui. E poi un ex castello-convento-commenda dell’Ordine di Malta dalle vicende misteriose e dalla posizione straordinaria.


La storia della lenta “conversione” del Monte da rocca feudale a castello, poi a borgo fortificato, quindi a libero comune e infine a fattoria è ancora in parte da riscostruire, con gli archivi che in continuazione offrono opportunità di nuove scoperte e suggeriscono nuove chiavi di indagine sul passato sia remoto che recente, su strutture perdute, usi dimenticati, spazi occulti, strade dimenticate.


Monte Sante Marie è l’esempio tangibile delle secolari, progressive modalità di adattamento architettonico di un insediamento in funzione delle diverse vicende storiche, economiche e sociali via via sopravvenute.

CONTINUARE A VIVERE

L’ADSI Associazione Dimore Storiche Italiane – Sezione Toscana – di cui Monte Sante Marie è socia – ha inaugurato un  ciclo di giornate di studio “Le dimore storiche oggi” che illustra le diverse pratiche messe effettivamente in atto dai proprietari, facendo emergere oltre alle motivazioni che li hanno portati ad affrontare gli interventi, anche le difficoltà incontrate e, contestualmente, i risultati ottenuti. Giovedì 30 gennaio 2025 all’Auditorium Fondazione CR Firenze si è svolto il primo appuntamento “I Soci ADSI della Toscana si raccontano” coordinato da Tomaso Marzotto Caotorta, presidente ADSI Toscana,: la giornata ha analizzato alcuni casi reali affrontati dai soci toscani facendo perno sulle testimonianze dei proprietari e dei professionisti che li hanno assistiti, nonché dei funzionari delle Soprintendenze coinvolte. Stefano Tesi e l’architetto Gianni Bulian, ex Soprintendente di Siena e Grosseto, hanno raccontato il caso di Monte Sante Marie e della sua lotta per continuare a vivere.

Qui il loro intervento: